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La flessibilità professionale: che tipo di dipendente sei?

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La domanda del titolo non sta prendendo in considerazione la valutazione del vostro lavoro e le qualifiche o competenze che hai dal punto di vista professionale. Si tratta piuttosto dell’atteggiamento verso lavoro. E perché no, è anche una questione di temperamento.

Cosa significa, esattamente? Per esempio, supponiamo che una persona che si è laureata da poco viene assunta da una compagna, e da allora le sue attività di ricerca sono concluse. Salvo eventuali dimissioni o licenziamento, non ha alcuna intenzione di cercare in prospettiva, qualcosa d'altro.

Come possiamo considerare questo atteggiamento? Certo, soprattutto è una prova di fedeltà verso la società per la quale lavora. Nessuno lo nega, ma si sa che il numero di persone che ragiona in questa maniera sta diventando sempre più basso. Fare sempre le stesse cose, dove "Faccio il mio lavoro bene e sono contento di quello che ho" è considerato l’equivalente della mancanza di ambizione. Cosa che potrebbe essere nel vostro svantaggio nel caso di una possibile ristrutturazione. Non escludere l’imprevedibile.

Puoi pensare in questo modo: "Ma perché devo agire diversamente? Io non voglio diventare capo, quello che ho è abbastanza soddisfacente. E se compare un problema, posso sempre andare da un'altra società, su una posizione analoga. Non è ragionevole?

Ho una notizia meno buona per voi: non è tanto ragionevole. Certo che una simile vita è in linea di principio molto comoda facile - nel caso in cui hai paura di assumerti dei rischi e desiderate una vita tranquilla. Ma come ho detto, le persone cambiano e si evolvono le cose. Si consiglia di tenere il passo. Non chiedere a nessuno di diventare un manager durante la notte, ma si potrebbe provare ad aspirare ad altro.

Naturalmente, questo non vuol dire che devi cambiare spesso il lavoro. Questo non sarebbe apprezzato, al contrario: esso indica incongruenza, incapacità di adattarsi e anche frivolezza. E non significa che devi cambiare il tuo lavoro solo perché questa è la tendenza attuale nel campo. L'idea è di trovare una via di mezzo, un equilibrio.

Inoltre, una serie di ricerche hanno evidenziato il fatto che per avanzare, si dovrebbe cambiare il lavoro ogni 2-5 anni. E questa non è una scelta! Secondo le tendenze del settore, la mobilità è diventata un prerequisito.

Poi, mentre si lavora in una ditta, è possibile fare molte cose che ti aiuteranno in futuro: i corsi di formazione organizzati dalla società e i corsi di lingue straniere sono solo due dei molti esempi possibili. Ma l'ideale sarebbe che queste iniziative appartenessero a te, che la proposta non sia fatta dai vostri padroni. E partendo da qui, parliamo di un altro tema importante e "ardente", fino a che punto ti implichi nel tuo lavoro?

Da un altro lato, è una questione che appartiene alla mobilità professionale. Ciò richiede di essere continuamente al corrente, come si dice. Informati, chiedi, leggi libri e articoli di specialità, iscriviti ai siti più importanti del settore. Così non solo sarai in contatto con le ultime tendenze e scoperte nel campo, ma avrai idea ... del tuo prossimo posto di lavoro. Sì, non meravigliarti! Appena abbiamo deciso che non rimarrai allo stesso livello.

D'altro canto, molte persone hanno paura del cambiamento. Non è difficile capire il perché: una volta che se sei stato assunto, ti senti "ancorato" in un porto relativamente sicuro e tutto ciò che ti rimane da fare è rafforzare la vostra posizione. La prospettiva di ricerca di un altro lavoro può farti prendere dal panico.

Iniziare da capo... potrebbe essere spaventoso. Ma per semplificare le cose, considera questo cambiamento come una nuova attività professionale, che si deve abbordare in questa maniera: con coscienza e dandoci da soli una scadenza.

Detto questo... Pensaci: qual è la tua anzianità nell’azienda dove lavori adesso? E’ arrivato il momento per fare il prossimo passo?